lunedì 8 novembre 2010

Monumenti di Manfredonia


Castello svevo-angioino-aragonese

Voluto da Manfredi di Sicilia all'atto di fondazione della città, il castello è frutto di diverse trasformazioni, ampliamenti e rifacimenti durante le diverse epoche. All'origine la struttura era un quadrilatero con una cinta muraria dotata di cinque torrioni a pianta quadrata (quattro agli angoli ed una presumibilmente posta a nord-est presso la porta centrale). Attualmente esistono di quelle torri solo quattro di cui solo quella a sud-est ha mantenuto l'originaria forma quadrangolare, mentre le altre tre sono state inglobate in strutture cilindriche. Di chiara marca sveva, il primo castello fu concluso da Carlo I d'Angiò.

In epoca aragonese si assisté a un processo di radicale trasformazione del complesso, nell'ambito di un complessivo progetto di fortificazione delle strutture difensive delle più importanti città costiere. Fu infatti disposta la costruzione di una nuova cortina muraria inglobante la struttura primitiva e dotata di una leggera inclinazione a scarpata tale da renderle più rispondenti alle esigenze dell'arte difensiva conseguenti all'uso dell'artiglieria militare. Agli angoli vengono costruiti quattro torrioni cilindrici più bassi di quelli interni. Dopo l'attacco nel 1528 del maresciallo francese Lautrec il torrione di nord-ovest venne modificato a bastione inglobando la precedente struttura a forma cilindrica. Anche le altre tre torri erano interessate al progetto di fortificazione ma questo non fu mai portato a termine. Nel 1620 il castello dovette capitolare all'attacco dei turchi a causa della esiguità dei pezzi di artiglieria e perché privo di parapetti protettivi sufficientemente alti a garantire l'incolumità dei difensori.

Nel corso del XVIII secolo la struttura venne usata come caserma ed il grande bastione a prigione. Durante il regno dei Borboni e in epoca successiva fino al 1884 il Castello viene tenuto in efficienza in quanto Manfredonia viene qualificata come piazza forte. Dal 1888 fino al 1901, anno in cui l'edificio fu acquistato dal Comune di Manfredonia, appartenne all'orfanotrofio militare di Napoli.

Nel 1968, con D.P.R. del 21 giugno n. 952, il Castello viene donato dal Comune allo Stato con l'impegno, da parte di quest'ultimo, di istituire al suo interno un museo per conservare i reperti provenienti dal territorio circostante. L'attuale museo archeologico che custodisce stele daunie databili all'VIII-VI secolo a.C.).

Architetture religiose


La Cattedrale di Manfredonia

Cattedrale

Intitolata a san Lorenzo Maiorano patrono della città, che fu vescovo di Siponto tra la fine del V secolo e la metà del VI, venne costruita tra il 1270 e il 1274, ma solo nel 1324 vi si trasferì il capitolo diocesano. Nel 1620 fu distrutta dagli ottomani. L'edificio attuale risale all'episcopato di Antonio Marullo (1643-1648). Vi si conservano le reliquie del patrono della città e alcune opere d'arte traslate nel XX secolo dalle altre chiese del territorio, tra le quali l'antica icona della Madonna di Siponto, la statua in legno policromo di fattura bizantina detta Madonna dagli occhi sbarrati o La Sipontina e un possente crocifisso ligneo duecentesco.

Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto

Sorta sopra una preesistente chiesa paleocristiana (a sua volta rimaneggiamento di un tempio classico), la chiesa è attestata dal 1117 e assolse funzioni di cattedrale di Siponto sino al 1323. Si presenta come un edificio in stile romanico pugliese a pianta quadrata, edificato su una cripta della quale riproduce la struttura. Per motivi di sicurezza i principali arredi sacri fra cui l'icona della Madonna di Siponto e la statua della Madonna dagli occhi sbarrati sono oggi custoditi nella cattedrale cittadina. Nel 1977 è stata eretta a basilica minore.

Abbazia di San Leonardo

Fondata nel XII secolo, in Lama Volara, a 10 km. dalla cittadina, si compone di una chiesa dell'XI secolo in stile romanico pugliese con influssi bizantini, e dei resti abbaziali e dell'ospedale, che per secoli ha assolto il ruolo di luogo di sosta per i pellegrini che percorrevano la via Sacra Longobardorum verso il santuario di San Michele Arcangelo, sulle pendici del Gargano.

Sia il portale sia l'esterno conservano una serie di sculture e bassorilievi che raffigurano episodi biblici ed elementi significativi della mistica medievale.

Chiesa di San Domenico

La costruzione della cappella, di fatto un'abside, dedicata a Santa Maria Maddalena, contigua della Chiesa di San Domenico e del Convento dei Frati Predicatori fu disposta da Carlo II d'Angiò nel 1294. Dopo la devastazione del 1620 ad opera dei turchi, il complesso fu riedificato poco dopo sulla vecchia costruzione. Il nuovo progetto settecentesco ridusse la chiesa ad una sola navata, come appare oggi. Le pareti laterali della navata sono popolate da sei altari in stile barocco, anche se all'interno della Chiesa sono numerosi i richiami allo stile romanico; la facciata in stile gotico è stata restaurata ed il suo rosone ripristinato nel 1960; la vecchia cappella conserva quattro preziosi affreschi parietali del Trecento.

Convento di Santa Maria della Vittoria

Edificato nel 1571 e distrutto dai turchi nel 1620, venne ricostruito nel 1662. Nell'intitolazione ricorda la vittoria navale dei cristiani sugli ottomani nella battaglia di Lepanto combattuta nello stesso anno della fondazione. Qui nel 1575 si convertì san Camillo de Lellis, che visse durante il noviziato. Nel 1811 il convento fu chiuso definitivamente e inglobato nell'attuale cimitero con l'annessa chiesa. Tra gli ambienti superstiti, quello di maggior richiamo è il chiostro.

Chiesa della Sacra Famiglia


Parrocchia Sacra Famiglia negli anni '80

Sorta nel 1982, è caratterizzata dai maestosi mosaici dell'artista Ambrogio Zamparo, raffiguranti la Natività, la Trinità, il Cristo, la Nuova Gerusalemme, il Battesimo di Gesù e alcune scene evangeliche. L'icona lignea del crocifisso è opera di Matteo Mangano.

Altre chiese

  • Chiesa della Beata Vergine Maria Stella Maris
  • Chiesa di San Camillo de Lellis
  • Chiesa di San Carlo Borromeo
  • Chiesa di San Giuseppe sposo
  • Chiesa di San Michele Arcangelo
  • Chiesa di Santa Maria del Carmine
  • Chiesa dello Spirito Santo
  • Chiesa del Santissimo Redentore
  • Chiesa della Santissima Trinità
  • Chiesa del Santissimo Salvatore
  • Chiesa di Santa Maria Regina
  • Chiesa di Santa Maria del Grano
  • Chiesa del Corpus Domini
  • Chiesa di San Benedetto
  • Chiesa di San Francesco d'Assisi
  • Chiesa di Sant'Andrea
  • Chiesa di San Francesco da Paola
  • Chiesa di Santa Maria delle Grazie
  • Chiesa di San Matteo

Architetture civili

Palazzo San Domenico

Sito in piazza del Popolo, è sede del Comune. Caratterizzato da un colonnato e loggetta, fu convento dei Padri Domenicani, che alla fine del XIII secolo fino all'epoca napoleonica l'abitarono officiando nella Chiesa attigua (Chiesa di San Domenico).

Palazzo Mettola

Tra corso Manfredi e via Arcivescovado, fu della Famiglia De Florio, della quale si ricorda suor Antonia, che nel 1592 tramutava la sua abitazione nel monastero delle Clarisse.

Palazzo De Nicastro

Il palazzo, in stile tardo barocco, sorge in via Tribuna. In questo palazzo ebbe i suoi natali il musicista e storico Michele Bellucci(1849-1944).

Palazzo Delli Guanti

in Via San Lorenzo, in stile tardo barocco. Questo palazzo fu abitato nel 1432 dai Cavalieri Teutonici di San Leonardo. È caratterizzata nella parte centrale da un elegante loggiato con volte a crociera in colonnine che sovrastano il portale d'ingresso ad archivolto. All'interno vi è un grazioso cortile con scale di accesso al loggiato, dov'è custodito un crocifisso ligneo del XVIII secolo, testimone di una tradizione popolare. Dopo un salto di oltre tre secoli pervenne alla famiglia del Marchese Delli Guanti.

Palazzo Celestini

In corso Manfredi, dal 1350 monastero dei Celestini fu mutato in abbazia nel 1657. Nel XVIII secolo fu demolito e ricostruito secondo i dettami del barocco che oggi si ammira. Nel 1813 fu concesso al Comune da Gioacchino Murat per uso di Casa Comunale. Dopo recenti lavori di restauro è attualmente sede delle Civiche Biblioteche Unificate e dell' Auditorium Comunale.

Palazzo De Florio

Casa patrizia in stile barocco, fu fatta costruire da ricchi mercanti sipontini in contatto con Lorenzo il Magnifico e con i mercanti europei del Rinascimento. Il loggiato, di epoca posteriore al palazzo di pura linea classica, è costituito da una serie di archi a tutto sesto insistenti su pilastri a sezione rettangolare con semplici cornici all'imposta. Il tutto è coperto da una serie di volte a crociera.

Palazzo delli Santi

In via Santa Maria delle Grazie, risalente al XVIII secolo. Questo Palazzo è caratterizzato da un portale in pietra finemente lavorato in forma rococò e dalla elegante balaustra continua che sormonta il muro perimetrale del primo piano con pregevole soluzione di balconata d'angolo. Ospitò Ferdinando II, re di Sicilia nel 1859.


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